
Fonte: Il Sole 24 Ore –> Link articolo orginale
La norma del decreto “dignità” riapre il tema dell’estensione all’esonero della scissione dei pagamenti anche a imprese e società di ingegneria.
Professionisti esonerati dal meccanismo della scissione dei
pagamenti. La norma del decreto dignità che si legge nel testo del
provvedimento approvato dal Consiglio dei ministri nella riunione del 2
luglio stabilisce l’abolizione dello split payment dalle prestazioni di
servizi nei confronti delle pubbliche amministrazioni per i compensi
assoggettati a ritenute alla fonte a titolo d’acconto o a titolo di
imposta. Il governo giallo-verde, come promesso in campagna elettorale,
elimina – sia pure parzialmente – il meccanismo della scissione dei
pagamenti, intervenendo sull’ultima categoria “colpita” dal meccanismo
fiscale in ordine cronologico, cioè quella dei singoli professionisti.
Una svolta per migliaia di architetti, ingegneri, geometri, geologi
e periti, che torneranno – appena pubblicato il decreto legge – a
percepire l’Iva, per versare, agli appuntamenti canonici, la sola Iva
dovuta risultante dalla compensazione tra Iva a credito e Iva a
debito. La novità è stata accolta positivamente dai diretti
interessati. «L’abolizione dello split payment per le prestazioni di
servizi rese alle pubbliche amministrazioni e assoggettate alla ritenuta
alla fonte – sottolinea il presidente di Fondazione Inarcassa, Egidio Comodo
– è un primo significativo passo verso le istanze degli architetti e
ingegneri liberi professionisti». «Siamo soddisfatti – aggiunge – che
il governo abbia affrontato da subito una questione così delicata come
l’ammanco dell’incasso dell’Iva, causa di una notevole perdita di
liquidità per i lavoratori autonomi».
«Anche per i geometri – conferma il segretario del Consiglio nazionale Ezio Piantedosi
– la norma del decreto ristabilisce un principio di equità: gli
onorari per prestazioni di servizi già assoggettati a ritenute alla
fonte non possono essere gravati da un’ulteriore anticipazione di
imposta». «È pur vero – aggiunge Piantedosi – che il vantaggio si
riduce, per la maggior parte dei professionisti, in una disponibilità
immediata, che viene spesso compensata in sede di liquidazione dell’Iva;
tra l’altro, la farraginosità delle procedure di rimborso ha reso
ancora più vessatoria la norma abrogata. Comunque, in una crisi
economica che ha intaccato fortemente i redditi dei professionisti,
anche una misura di impatto relativamente incisivo è sicuramente accolta
positivamente».
La norma del decreto “dignità” – di cui comunque il governo sta
ancora misurando l’impatto – lascia invece fuori le società, cioè le
imprese e le società di ingegneria, che sono state tra i primi
soggetti a essere sottoposti al meccanismo della scissione dei
pagamenti. Questa circostanza al momento viene vista come una
opportunità per ampliare, alla prima occasione utile, il perimetro
dell’abolizione dello split payment. Tanto più, fa osservare l’Ance
(non da oggi) che la scissione dei pagamenti, oltre a ridurre la
liquidità dell’impresa, risulta di fatto inutile, come strumento di
contrasto dall’evasione, nel momento in cui entrerà in vigore la
fattura elettronica, in modo completo dal 1° gennaio 2019 (mentre dal 1° luglio, per le imprese di costruzione, è già in vigore, in alcuni casi).
La stessa aspettativa dell’Ance, per l’eliminazione totale dello
split payment, è condivisa anche dalle società di ingegneria riunite
nell’Oice.